Le mie opere

Mi piace presentare il mio percorso di pittore autodidatta, dividendolo in cinque periodi: periodo giovanile; periodo iniziale; primo periodo monocromatico; secondo periodo monocromatico; periodo corrente.

Per ogni periodo, in questo sito troverete: fotografie dei miei lavori e una breve introduzione; c’è anche un capitolo dedicato ad alcune delle mie ultime sculture.

Dicono, e sono pienamente d’accordo, che l’arte è comunicazione. Mi piace utilizzare, per descrivere il mio “viaggio” nella pittura a olio, la metafora del percorso di apprendimento della lingua da parte di un bambino. Partendo da quando dice la sua prima parola, fino ad arrivare ai discorsi dell’età adulta.

Il periodo giovanile – 1992

Ho chiamato questo il periodo giovanile, perché quando guardo quelle opere, in un certo modo mi riportano indietro a quel periodo della mia vita.

Quando sei molto piccolo non sai parlare, il che non vuol dire che non riesci a comunicare, e’ solo che lo fai in modo diverso. Nella tua mente vuoi dire delle cose, ma loro ti escono in forma diversa: espressioni del viso, suoni, risatine e pianti. Col passare del tempo quei suoni diventano qualcosa di più simile a delle parole, fino a quando un giorno succede. Pensi a qualcosa ed emetti un suono che la gente percepisce esattamente per quello che è, la tua prima parola.

In questo periodo ho usato molti colori, molto movimento, una grandissima quantità di lavoro col pennello sulla tela, ma non riesco a vedere praticamente nulla di quello che avevo in mente.

All’interno dei dipinti di questo periodo ce n’è uno, che salta all’occhio, come se fosse stato dipinto da una persona diversa. Quel quadro si chiama “Lo sfogo”. Lo ricordo molto chiaramente, perchè in quell’opera, si è sfogata tutta la mia frustrazione, per non essere capace di dipingere come volevo. Cosi un giorno ho preso colori e pennelli ed ho iniziato a mischiarli sulla tela; e alla fine l’avevo finito. A molte persone piace tanto; forse perchè come il pianto di un bambino dice qualcosa.

Alla fine la mia prima parola è venuta fuori, quel quadro si chiama “Cruccio per l’impossibile”.

Penso che possiamo affermare che lo stile predominante in questo periodo è l’astratto, anche se c’è’ un vago accenno, in alcuni lavori, al figurativo/metafisico.

Il periodo iniziale – 1922 ÷ 1994

La prima parola è stata detta, e ora anche la seconda e la terza. Parlare inizia a non essere più un problema, l’attenzione inizia a spostarsi di più sul cosa dire. Il vocabolario è ancora limitato e non è sempre facile trovare il modo di esprimersi, ma le sensazioni sono buone e qualche piccola soddisfazione inizia ad arrivare, come quando ad esempio mi proposero di acquistare il quadro “il pedone”.

Sfortunatamente diversi lavori di questo periodo non sono più in mio possesso, e non sono riuscito ad ottenere le foto. Si riesce in ogni caso a notare, che gli scacchi e i delfini sono i temi dominanti. Molti colori e volta dopo volta qualche nuovo elemento fa la sua apparizione.

E’ facile dire, che lo stile dominante di questo periodo e’ il surrealismo metafisico, anche se il qualche caso come ad esempio “Marina” c’e’ un tentativo di figurativo puro.

La mia vita personale comincia ad essere molto impegnata, e senza notarlo nel 1994, di fatto ho smesso di svolgere ogni tipo di attività artistica.

Il primo periodo monocromatico – 2002 ÷ 2004

Sono passati più di otto anni, tutte le attività che di solito facevo erano quasi tutte terminate. Lavoravo a tempo pieno, e anche se mi allenavo quasi ogni giorno, ho iniziato a sentire la sensazione che qualcosa del mio passato mi mancava. Un giorno ho tirato fuori dall’armadio colori e pennelli ed ho ricominciato.

Era chiaro che qualcosa fosse cambiato, i colori quasi scomparvero per lasciare posto alla luce, ai riflessi e alle trasparenze.

Mi sono sentito come se le mie abilità comunicative fossero cresciute, ma ancora giravo intorno ai limiti del mio dizionario e della mia grammatica.

Penso che questo sia un periodo molto noioso. Anche se eseguito in maniera differente, l’unico stile è ancora il surrealismo metafisico, e i soggetti, fatta eccezione per “Il viaggio” sono praticamente identici, il mare la spiaggia la luce.

Il secondo periodo monocromatico 2005 ÷ 2007

Guardando indietro a lavori fatti in precedenza, ho compreso  che mancava ancora qualcosa. Ho iniziato ad analizzare fotografie e altri quadri, e alla fine ho capito che sarebbe stato impossibile per me raggiungere il livello che desideravo, senza avere di fronte un modello.

Ho iniziato a utilizzare fotografie come modelli, pensando che finalmente avrei potuto iniziare a dipingere nel modo che avevo sempre desiderato. Mi sbagliavo, sapere come mischiare i colori e usare i pennelli non era sufficiente. Ho dovuto subito affrontare il problema che, le mie abilità nel disegno, che sono state sufficienti fino a quel momento, non erano più sufficienti per quello che volevo fare.

Per cercare di migliorare le mie capacità, all’inizio ho provato ad utilizzare la stessa tecnica di disegno che insegnano a scuola, utilizzando la matita ed il pollice come riferimento. Ma una tela di grandi dimensioni  non è un foglio A4 e fare schizzi proporzionati su di essa non era cosi facile.

Stavo cercando di risolvere questo problema, quando mi sono ricordato che, sempre a scuola mi insegnarono che centinaia dia anni prima, pittori molto bravi (Canaletto, Vermeer , e molti altri) utilizzavano strumenti ottici per aiutarsi.

Cosi studiai un mio sistema personale per fare schizzi preliminari sulle tele di grosse dimensioni, da allora è cominciato un nuovo periodo.

Per ritornare alla metafora, della persona che impara una lingua, direi che questo è il periodo dove sono riuscito a costruire  vocabolario e grammatica. Da questo momento in avanti, ho dovuto pensare meno  a come dire le cose, e più a cosa dire.

Lo stile di questo periodo, si sposta in direzione a me nuova, un’evoluzione mista tra il figurativo “puro” e metafisico eseguito in maniera completamente differente.

Il periodo di transizione – 2007 ÷ 2014

Ci sono ancora molte cose da migliorare, ma finalmente ho iniziato a vedere nei miei lavori quello che avevo sempre desiderato.

Qualcuno una volta disse: è meglio chiudere la bocca e passare per stupidi che aprirla e togliere ogni dubbio. D’ora in poi, la cosa più difficile sarà trovare l’idea giusta, un soggetto di cui valga la pena parlare, e provare a fare un “discorso” intelligente su di esso.

In questo periodo lo stile predominante è il figurativo “puro”, ma in alternativa, fa la sua apparizione anche uno stile nuovo, con un idea alla base. Uno stile che, di fatto, rappresenta nel mio percorso artistico, l’evoluzione del surrealismo metafisico “Tradizionale”, basato su una qualità rappresentativa tipica di un disegno; che è alla base di molti miei lavori del periodo iniziale e del primo periodo monocromatico.

L’idea di base, è quella di riuscire a fare la fotografia di un idea. Un surrealismo metafisico molto dettagliato; nel quale si cerca di ottenere una qualitá rappresentativa del soggetto, il piu possibile simile a quella fotografica. Dove la quantità dei dettagli sia tale da dare la sensazione di essere di fronte ad una fotografia, ma che nello stesso tempo lasci trasparire l’esecuzione umana.

Per distinguere il lavori eseguiti in questo nuovo stile, da quelli in stile metafisico “tradizionale”, d’ora in avanti chiamerò questo stile: “Neo-metafisico”.

 

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